Ebook per la scuola

Libri scolastici su internet, manuali online, testi digitali per la scuola, ebook navigabili ecc ecc… Sei un prof e vuoi saperne di più?

Ecco la sbobinatura del seminario di Noa Carpignano tenuto all’Università di Padova in occasione del convegno già segnalato.

Tutto il contenuto del seminario, più qualche commento, è diviso (e abbondantemente e significativamente illustrato) in 6 post per rispondere a cinque domande fondamentali sugli ebook che dal 2011 dovranno (secondo la circolare) essere adottati:

0- Premesse
1- Cosa si pensa che siano i testi digitali per la scuola?
2- Cosa invece dovrebbero essere?
3- Come la mettiamo con l’accessibilità?
4- Perché la pirateria non deve far paura?
5- Perché le scuole non devono subire il cambiamento e come possono essere parte attiva

Mamma, c’è una cacca sul divano buono.

Tante sono le battaglie combattute da chi ci ha preceduto, alcune cruente e con tanto di sangue versato, altre no, ma sono state fatte delle conquiste, sul piano sociale, sul piano economico pure.
E ora, che conquiste non sono più, ora che certe cose le diamo scontate, le stiamo svendendo in cambio di una pera anestetica, in cambio del comodo diritto individuale al non pensiero, alla non educazione anche. In cambio del diritto di scegliere di guardare il grande fratello invece che quello che succede fuori dalle mura di casa. Fino a quando la puzza non entra dalla finestra, o lo sterco non si materializza direttamente in soggiorno.
Tra queste conquiste c’è quella del diritto alla frequentazione della scuola pubblica delle persone con disabilità.
Se non ti interessa, perché ritieni di avere (ancora) il soggiorno lindo, vai pure a cazzeggiare su FB, altrimenti leggi e diffondi questo comunicato.

Comunicato Seminario Indietro Tutta

fonti: speculummaius e genitoritosti

Chi sono i grandi editori?

grandi
Grandi case editrici e piccoli editori, piccole case editrici e grandi editori.
Riflessione che nasce da un evento che non credo abbia precedenti nella storia dell’editoria italiana: l’editore Guaraldi regala tutti i suoi classici in versione cartacea ai licei che li distribuiranno gratuitamente agli allievi.
Fonti:

Gli ebook, il Ddt, e un vero grande editore
Un gesto d’amore verso il libro

Maccheccarina.

Scan(2)of

E anche in Francia…

(via rochet)

Un barcamp per i libri di scuola

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Tecnologie da apprendere o tecnologie per apprendere?
Questo è il tema che mi piacerebbe fosse sviluppato al barcamp, programmato per il prossimo mese di maggio, sull’editoria scolastica.
Un tema che potrebbe trovare il suo spazio nel programma del gruppo D: “potenzialità del testo didattico digitale: superamento della questione peso/costo, e focus sulla collaborazione tra scuole ed editoria per la creazione di contenuti didattici che vadano oltre il consueto concetto di testo”.
Questa, in fondo, è la questione che più può interessare gli insegnanti – non che gli altri argomenti proposti siano da ignorare – perché il coinvolgimento delle scuole nella filiera produttiva dei libri di testo sarebbe una vera rivoluzione.
Altro che il pensiero sbrigativo della politica, che da una parte taglia senza criterio, ‘ndo cojo cojo e chi cojo cojo, e dall’altra propina contentini tecnologici, più come ottimi rimedi contro la noia che come ambienti formativi, spesso subiti come ineluttabili seccature con, in più, il sospetto di larvati interessi di bottega.

Insomma, un evento interessante, come i link proposti nella pagina dello SchoolBookcamp insieme al programma, indicazioni, notizie, e tabella iscrizioni.

Sponsor Adobe, Unplugged, Advidea,Language Point, Terenzuola.
Mi piace l’idea dello sciacchetrà.

Festa del gatto

felix

Lo sapevate che oltre alla festa della mamma, del papà e dei nonni… c’è anche la festa del gatto?

Bene, ora lo sapete 😀

Wikipedia
articolo su la Repubblica
articolo su Rai news

Un ɐıɔsǝʌoɹ ɐllɐ opuoɯ

distruzione

 

Bellissimo, bellissimo, bellissimo.

Curato nei minimi particolari il VERO sito della pubblica (d)istruzione.

L’editore che non teme la pirateria

I libri scolastici costano sempre di più e i [grandi] editori osteggiano gli e-book perché temono che finiscano duplicati e distribuiti illegalmente:

Chi sono quegli autori e quegli editori che possono autorizzare lo scarico?
Ethel Serravalle, consulente dell’Associazione Italiana Editori per il settore scolastico sostiene che la questione della pirateria è un nodo fondamentale da sciogliere per gli editori: “Devi tutelarti e tutelare tutti i soggetti che vanno tutelati, scaricare selvaggiamente è una soluzione basata sull’idea che il lavoro intellettuale non valga nulla” (da P.I)

Ma l’editoria scolastica digitale non deve temere la pirateria.

Navigando contro corrente l’editrice BBN ci spiega perché non la preoccupa che i file finiscano nei canali P2P, e sostiene che se un “pirata” preferisce scaricare un libro scolastico invece di un gioco… il libro gratis se lo merita. Leggi sul suo blog: “Il falso problema della pirateria“.

In effetti, naviganti e non, c’è da temere di più certi calamari giganti o i tentacoli lunghissimi di note piovre 😀

iLiad? sì grazie!

Qualcuno di voi ricorderà il post “Kindle? no grazie.“, nel quale spiegavo come la gestione dei formati proprietari non fosse la migliore delle scelte possibili.
L’iLiad legge i pdf, formato nato proprietario, diventato da standard de facto, e ora diventato standard ISO, quindi come dire… liberalizzato. E non vi paia, la questione, una diatriba di tipo sociale e politico: è estremamente pratica.
Quindi l’iLiad, è oggetto appetibile, anche se il costo è ancora altino.
Volete saperne di più? leggete “QUI.
Se poi fate una ricerce in rete trovate parecchie recensioni.
E se volete addirittura PROVARLO GRATIS per una settimana… potete iscrivervi QUI (ma dovete avere un blog eh! :D)

Via >Gattopazzo.

MEMEnto [g]audere semper

E lo sapevo che, prima o poi, qualcuno mi ci avrebbe tirata dentro 🙂
Ci ha pensato Palmy e, visto che è una roba tra prof (oddio, non so dov’è incominciata, ma gli ultimi passaggi…) non posso tirarmi indietro.
Ovviamente non citerò quelli che ho visto essere presenti negli ultimi tiri di dadi, ma di buoni blog scolastici – o comunque profgestiti – ce ne sono parecchi, e quindi approfitterò dell’occasione per citarne qualcuno, come prescritto.

Queste le regole del gioco:
Indicare il blog che vi ha nominato con annesso link.
•Descrivere le regole di svolgimento
•Scrivere 6 cose che si preferisce fare
•Nominare altri 6 blog tramite i quali dovrebbe proseguire il meme
•Lasciare un commento su tutti e 6 i blog appena citati

Dicevo, mi ha citata Palmy, a sua volta citata da Salvomenza, a sua volta citato da Annarita che fu citata da Enzo che… o vè, non è un prof 😀
Però è comunista dichiarato. Perla rara, di questi tempi.

Ora ottempero:
6 cose che mi piace fare
Occorre una precisazione: sarebbe più corretto “che mi piacerebbe fare più spesso”

1) Saltellare per la blogosfera.
2) Rovistare su e-bay (adoro le tazze da tè inglesi vittoriane e edoardiane, quelle decò e quelle giapponesi della stessa epoca).
3) Frugare le pagine di victoriassecret alla ricerca di costumi, che regolarmente non acquisto, pensando a quando sarò acciottolata in riva al mare.
4) Annoiarmi in riva al mare pensando a quante cose potrei fare davanti al monitor.
5) Fare il creme caramel.
6) Andar per librerie e mercatini di brocantage tirando occhiate alle vetrine fashion sognando una vita in rosa shopping.

ed ecco i 6 blog:

Buona vita, come scrive Agati 😉

(e ora mi tocca andare a lasciare un commento a ciascuno… lo faccio questa sera eh!)

Voglio una Pantera con l’eskimo (e una vecchia strega).

Abbiamo un nuovo ministro, avremo una nuova riforma.
E io rilancio il post di gattopazzo “Voglio una Pantera con l’eskimo” raccomandandovi di leggerlo.

E a proposito di nuovi ministri e vecchi ministeri, a proposito dei rischi che stanno correndo la nostra
scuola e la nostra salute – credetemi, strettamente legate – vi rimando a un mio vecchio post.
Giusto per dire, l’avevo detto.

La didattica della Storia

Probabilmente conoscete il sito di Galarico, aka homolaicus.
Oppure no, e allora val la pena andare a curiosare, ci sono moltissimi materiali didattici – discipline umanistiche, specialmente storia – pubblicati e scaricabili. Sempre nel più puro spirito di condivisione tipico della rete, ha scritto alcuni articoli sulla didattica della storia, e ci consente di pubblicarli.
Apriamo quindi una nuova categoria “articoli”.
Domani il primo 😉

25 aprile, un giorno per fare la Storia

È importante tramandare la memoria, insegnare che la Repubblica democratica e la Costituzione Italiana sono nate dall’antifascismo e dalla Resistenza.
È necessario insegnare che anche in tempo di pace non bisogna mai smettere di combattere: bisogna resistere allo sbiadirsi naturale dei ricordi, ma anche contrastare chi lavora per cancellarli, chi sminuisce la Resistenza, chi nega lo sterminio o chi contrappone al regime nazista/fascista altri colori con altri orrori come se servisse a livellare, a giustificare.
Bisogna insegnare che quello che a noi pare passato, in altri luoghi del nostro pianeta – sempre più piccolo – è più che attuale, e l’orrore si rinnova ogni giorno.

Ecco un elenco di risorse alle quali attingere

  • Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) è un ottimo sito da quale partire: ospita moltissimo materiale ordinato anche cronologicamente.
  • Il portale della guerra di liberazione.
  • Il sito dell’INSMLI, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, fondato da Ferruccio Parri nel ’49. L’istituto svolge attività di formazione e aggiornamento per gli insegnanti.
  • Non tralasciamo wikipedia, voce “Resistenza italiana”.
  • Nel sito del Quirinale troviamo il testo della Costituzione.
  • Il sito della Fondazione Istituto Gramsci.
  • Qui una raccolta di canti della Resistenza.
  • Qui un ipertesto sui campi di concentramento e sterminio nazisti
    e qui il sito dell’ANED, Associazione Nazionale ex Deportati nei campi di sterminio (presente un’area didattica).
  • Qui un tour virtuale ci porta a scoprire i campi di concentramento in Germania.
  • Un campo di concentramento in Italia: la Risiera di San Sabba.
  • Una pagina sul neofascismo in Italia (dal dopoguerra in poi).
  • Una sezione didattica anche sul sito dell’archivio nazionale cinematografico della Resistenza (ANCR).
  • Per i più piccoli sul sito del Girandolaio :

in ultimo vi copioincollo, quale spunto di riflessione, una parte di un articolo di Sergio Ricaldone:

[…]
Gli eredi dei fucilatori di Salò hanno purtroppo trovato una sponda morbida e disponibile: il buonismo storiografico dilagante rimuove l’antifascismo quale chiave di lettura del ‘900 e propone invece, a partire dai nuovi testi scolastici, memorie simmetriche e compatibili che, passo dopo passo, equiparano vizi e virtù di vincitori e vinti di tutte le epoche.

Un tritacarne micidiale dal quale esce un osceno impasto bipartisan che mette sullo stesso piano assalitori e difensori della Bastiglia, comunardi e reazionari di Versailles, difensori ed aggressori di Stalingrado, Gap di via Rasella e torturatori di Villa Triste, resistenti algerini e parà francesi.
Osserviamo esterrefatti una ipocrita autocritica che per rimediare ai presunti “eccessi” compiuti dalla Resistenza manifesta disponibilità ad avviare un processo di speculare riconoscimento e di mutua legittimazione tra fascisti rimasti tali ed antifascisti diventati ex.

Si accetta pertanto di intitolare qualche piazza ai “martiri fascisti della foibe”, si critica la cultura antifascista che avrebbe “angelizzato” la resistenza, si addebita alla guerriglia partigiana il culto della violenza, si accetta il teorema della “guerra civile” anziché quello di guerra di liberazione dall’occupazione straniera.
E così gli alleati neri dei massacratori di Marzabotto, di S. Anna di Stazzema, di Boves, delle Fosse Ardeatine, di piazzale Loreto e della risiera di S. Sabba incassano soddisfatti un regalo inaspettato dai loro ex nemici e rilanciano la posta.

[…]
Il mantenimento di questa memoria è un obbligo morale e politico che abbiamo con i popoli ed i movimenti che ancora oggi lottano in più parti del mondo contro la barbarie imperialista.
Dalla Palestina all’Iraq, alla Colombia la nozione di resistenza mantiene intatti tutti i valori che esprime ed è un diritto pienamente riconosciuto e legittimato dalle Nazioni Unite.
[…]
Non si tratta solo di difendere il diritto di festeggiare il 25 aprile che il governo Berlusconi vorrebbe cancellare, o di esigere il rispetto della verità sui libri di storia.
Dobbiamo anche ricostruire il nesso, il rapporto esistente tra le ragioni sociali, politiche e morali della lotta di allora e quella che l’evoluzione storica e politica ci obbliga a combattere oggi e domani contro le nuove forme di dominio e di sopraffazione.

Libri scolastici digitali: qualcosa si muove!

garamond.gif bbn.jpg

Avevo già segnalato una nuova casa editrice (BBN) che pubblica e-book scolastici.
La questione dei libri di scuola digitali è da alcuni anni dibattuta su forum e blog, ma spesso la discussione – carta sì, carta no, peso e costi – si concentra sul fatto che le case editrici hanno poco interesse a pubblicare testi scolastici online e che questi resteranno un miraggio.
Quindi ben volentieri avevo postato a proposito di BBN, anche in virtù del fatto che pubblica contenuti con licenza Creative Common (e su questo blog, sapete, si segnalano risorse gratuite).
Posso anche spingermi a polemizzare sul fatto che non sia stata prestata da parte dei media alcuna attezione alla nascita di questa iniziativa ma, si sa, alcune notizie sono scomode ed è più facile seguire gli ordini di scuderia (e lapidare gli insegnanti).
Ho letto però in questi giorni che un altro editore ha pubblicato testi digitali.
Garamond infatti ha aperto una sezione con alcuni testi per le scuole superiori.
Bene, la storia si fa interessante, pare che si smuova un po’ il mercato 🙂
Può darsi che anche i colossi, ancora arroccati sulle loro posizioni, siano costretti a rinnovare i cataloghi, a vantaggio degli studenti e del bilancio delle loro famiglie – e forse anche della qualità.

Esaminiamo quindi da vicino le caratteristiche e le differenze tra le due offerte.
Infatti a prima vista potrebbero apparire concorrenti, ma vedremo che i due editori si muovono in modo diverso.

Per prima cosa noto che in entrambi i cataloghi non ci sono ancora molti testi (ma questo è accettabile, essendo novità) e che non ci sono testi in comune (cioè testi della stessa materia per lo stesso corso di studi).
Ma vediamo punto per punto:

I saggi:
BBN: per avere il saggio bisogna scaricare un foglio, compilarlo e spedirlo alla casa editrice, ci arriva il link con la password per scaricare il saggio completo.
Garamond: basta registrarsi e si può scaricare il file, ma di un solo capitolo.

Il peso dei file:
BBN: i testi sono divisi in moduli, i primi 4 moduli del testo di storia per licei – che corrispondono al programma del primo anno – pesano mediamente 1,7 mega.
Quindi tutto il testo (599 pag.) peserà approssimativamente 6,8 mega, per una media quindi di 0,01 a pag.
Garamond: un solo capitolo del testo di grammatica (94 pag) pesa 3,2 mega per una media di 0,03 a pagina.
Sembrerà un conto barbino, ma io che viaggio (mannaggia) con la 56k questi conti me li faccio, perché tre volte tanto significa che mi scarico 18 mega invece di 6… °_°
Segnalo anche che non è l’apparato iconografico a pesare di più nel testo di Garamond, perché è più ricco l’altro.

Il numero di pagine:
BBN: dichiara il numero di pagine per ogni file – pure per quelli gratuiti (e il peso nella pagina del download).
Garamond: non ci dice di quante pagine è composto il testo (e neanche quanto pesa).

Il prezzo:
Qui la differenza si fa importante: sebbene sia difficile fare un paragone tra i prezzi (anche perché non c’è corrispondenza fra i testi, non abbiamo il numero di pagine ecc…) risulta evidente che la politica applicata dalle due case editrici è concettualmente diversa.
BBN: stabilisce un prezzo per ciascun testo (dichiara che è circa il 50% in meno di un corrispondente testo tradizionale) e – qui la novità – rilascia per le scuole delle licenze collettive, come se i testi fossero un software, ad un prezzo ancora inferiore.
È possibile comunque acquistare il libro in modo autonomo, al prezzo dichiarato di copertina.
Garamond: ha stabilito un prezzo unico per ogni testo, indipendentemente dalla materia o dal numero di pagine. I testi costano poco: 9,90 euro l’uno, non sono previsti acquisti di classe.

La licenza:
Anche qui la differenza è di approccio.
BBN: rilascia i testi con una licenza collettiva (visionabile sul sito) che consente agli insegnanti di fotocopiare, duplicare, distribuire liberamente i contenuti.
Garamond: non fa cenno di questo, evidentemente l’approccio è ancora quello dell’editoria tradizionale.

Gli aggiornamenti:
È chiaro che, in entrambi i casi non si parlerà più di ristampe! evviva! 😀
BBN: gli aggiornamenti sono gratuiti, segnalati sul sito e via mail agli insegnanti che hanno adottato.
Garamond: gli aggiornamenti sono gratuiti nell’arco dell’anno scolastico dell’acquisto.

I supporti free (approfondimenti e robe varie):
Entrambi gli editori mettono a disposizione contenuti aggiuntivi, ma:
BBN: basta registrarsi al sito e tutti i file free, di qualsiasi materia, sono scaricabili da chiunque.
Inoltre sono rilasciati con licenza Creative Commons, questo significa che se io prendo un file e lo pubblico sul mio blog, e ve lo faccio pure scaricare, devo solo citare la fonte (e non lucrarci, of course).
Garamond: gli approfondimenti sono free, ma solo per chi ha adottato il testo.
Anche qui, l’atteggiamento di Garamond mi pare ancora troppo legato all’editoria classica.
Penso che, in rete, si debba essere un pochino più… generosi 😀

I testi:
Paragonare i testi da un punto di vista di qualità di contenuti è, almeno in questa fase, impossibile. Per prima cosa dovrebbero esserci due testi della stessa materia e poi, per poter fare un’analisi seria… dovrebbero essere della mia materia! 😀
Quindi se fino ad ora ho riportato dati di fatto, su questo posso solo offrirvi la mia impressione:
BBN: I testi – lo leggo sul sito, ma basta scaricare il piano dell’opera di storia per rendersi conto – sono stati progettati per essere digitali. Sono modulari, componibili ecc.
Garamond: A me sembrano testi normalissimi, la lavorazione dei quali invece di arrivare alla tipografia si è fermata al file pdf.
Entrambe le case editrici utilizzano i link all’interno del testo, devo dire però che visivamente i testi Garamond sono decisamente più scarni.

In ultimo… il sito:
Mi sarebbe piaciuto analizzare per bene pure questo aspetto, ma non ho le competenze per farlo.
Anche da questo punto di vista ci sono molte differenze tra i due, ma non ci capisco molto di grafica, e neppure di webmarketing, e magari ci sono scelte dettate da motivi di questo genere che non riesco a comprendere.
Mi limito al visibile:
BBN: il sito è molto curato e si vede che è fatto da professionisti, però c’è molto materiale dentro e la navigazione è poco intuitiva.
Garamond: il sito è artigianale, ma pulito e immediatissimo, ai testi si arriva con un click.

Basta così: questo post mi ha portato via un pomeriggio intero, più di ricerca che di scrittura, ovviamente.
(ma l’avete davvero letto tutto? °_° vi prego, ditemelo: io non ci credo che qualcuno legga un post così lungo fino in fondo!)

Countdown per compleanno

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Per il compleanno dei vostri bambini potete stampare, ritagliare e assemblare questo “calendario dell’evento” 🙂
I file sono pdf di più pagine, con tutti i pezzi necessari e le istruzioni per l’uso.
Un lavoretto lungo e sarebbe da preparare un mese prima della festa, ma il risultato è ottimo.
Lo trovate fra i giochi di carta della Canon.

Un cappio intorno al collo

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Questo blog non è una testata giornalistica, non è un prodotto editoriale, vuole essere solo una risorsa. Tra le tante.

Se in seguito ad una legge balzana non sarà più possibile (per me come per molti altri) proseguire… bè, sarà il male minore: brutti, assai brutti tempi si prospettano.

Leggere qui e qui.

Docenti hacker: rivoluzionari o evangelisti?

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Gattopazzo lancia e io raccolgo riportando un articolo di Giuseppe Granieri che, pur essendo di due anni fa, pare attualissimo. Si intitola “Nella rivoluzione dal basso, l’evangelista sei tu”.
A me è piaciuto molto e sicuramente piacerà alla collega.
Istruzioni per l’uso:
1) leggete gli ultimi post di gattopazzo (in particolare questo)
2) scaricatevi (e leggetevi) l’articolo che vi propino, stampatelo, fotocopiatelo e piazzatelo in più copie in sala insegnanti.

Trascrivo qualche riga, il resto ve lo potete scaricare qui.

… aveva ragione Keynes: «La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie». Nel nostro caso, poiché le nuove tecnologie digitali sono, a differenza dell’automobile o della robotica, tecnologie che ci aiutano a pensare prima che a fare, la resistenza è ancora più dura.

Il clima culturale dei nostri giorni è caratterizzato da una frattura profonda che sembra dividere abbastanza netta la popolazione, complicando il confronto tra chi intuisce il cambiamento in atto e chi non ha gli strumenti cognitivi per comprenderlo e spiegarselo. Si tratta di uno scollamento trasversale, che non separa diversi settori ma che divide dall’interno la politica, l’economia, la società e la vita quotidiana.

Questo il passo che più penso piacerà a Gattopazzo:

… Ma la sensazione, anche guardando il livello del dibattito politico e culturale «fuori» dalla Rete è che ancora troppo pochi comprendano che le tecnologie non sono contenuto di per sè e nemmeno un fine, quanto uno strumento che bisogna saper usare.

E questo è per Giovanna:

…Ciascuno di noi, briciola dopo briciola, ha contribuito a creare questa piccola scorta di visione sociale, creando tecnologie o semplicemente condividendo le sue idee. Nessuno da solo cambierà nulla, ma i fatti dicono che molte persone insieme riescono a portare avanti una visione. Che, per definizione, non è né buona né cattiva. Ma è collettiva e sicuramente più viva, più disponibile alla crescita, all’innovazione, al confronto.

Testi scolastici con licenza di copiare

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Letta nel blog TuttaCasa&Scuola.

Un nuovo editore sta pubblicando libri scolastici (medie e superiori) digitali.
La particolarità principale di questi testi sta nel fatto che non vengono venduti, ma viene concessa alle scuole una economica licenza d’utilizzo che consente di duplicare, stampare, fotocopiare, distribuire liberamente i contenuti.
Per saperne di più leggetevi tutto il post, il quale riporta anche i link ad interessanti articoli che spiegano come funziona questa nuova iniziativa.
Io ne copioincollo un pezzetto:

Per capire come funziona vi rimando a quelli (link in fondo al post) e passo ai commenti personali.
La cosa mi ha colpita per alcuni motivi:
1) È da mo’ che si parla e straparla di economici testi online e nessuno dice che esistono già (chi si chiede perché può leggere qui).
2) Un editore scolastico che ribalta la questione dei diritti d’autore, liberalizzando la duplicazione dei testi, è decisamente sorprendente.
3) Se poi distribuisce anche opere con licenze Common Creative è degno di rimbalzare in ogni angolo della rete*.
4) I testi sono accessibili ai disabili.

Inoltre sono pubblicati parecchi materiali di approfondimento gratuiti, free, andrò a vedere con più calma e li segnalerò man mano divisi per materia 😉

Il link dell’editore: BBN

L’italiano non è un’opinione

Warp9 si ribella.
Nn gli piace ki scrive con le k, ki giustifica con la dgtazione frettolos le abbr da sms.
Pare tt nasca dal commento 75 a questo post.
Anche io non amo chi brutalizza la lingua e, francamente, utilizzo la scrittura per “pesare” le persone: è uno dei miei metri di giudizio e, in rete, viene utile. È vero che la scrittura online, veloce e informale, giustifica il refuso, ma da come una persona scrive si intuisce l’età, il background, l’attenzione e il rispetto che ha verso chi legge. Il cosa scrive, poi, chiude il cerchio.
A questo proposito potete leggervi una gustosa “gramellinata”.

Qui un altro blog che tratta l’argomento:

A qualcuno danno un fastidio cane i xkè, i +ttosto, i -male mutuati dal linguaggio SMS, altri hanno messo su una campagna con tanto di banner “l´italiano non è un´opinione“, volta a promuovere l´uso corretto della lingua di Dante nella blogosfera. […]

Una sola domanda w9: perché un movimento che si propone di salvaguardare la lingua italiana nasce con un nome inglese?