Docenti hacker: rivoluzionari o evangelisti?

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Gattopazzo lancia e io raccolgo riportando un articolo di Giuseppe Granieri che, pur essendo di due anni fa, pare attualissimo. Si intitola “Nella rivoluzione dal basso, l’evangelista sei tu”.
A me è piaciuto molto e sicuramente piacerà alla collega.
Istruzioni per l’uso:
1) leggete gli ultimi post di gattopazzo (in particolare questo)
2) scaricatevi (e leggetevi) l’articolo che vi propino, stampatelo, fotocopiatelo e piazzatelo in più copie in sala insegnanti.

Trascrivo qualche riga, il resto ve lo potete scaricare qui.

… aveva ragione Keynes: «La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie». Nel nostro caso, poiché le nuove tecnologie digitali sono, a differenza dell’automobile o della robotica, tecnologie che ci aiutano a pensare prima che a fare, la resistenza è ancora più dura.

Il clima culturale dei nostri giorni è caratterizzato da una frattura profonda che sembra dividere abbastanza netta la popolazione, complicando il confronto tra chi intuisce il cambiamento in atto e chi non ha gli strumenti cognitivi per comprenderlo e spiegarselo. Si tratta di uno scollamento trasversale, che non separa diversi settori ma che divide dall’interno la politica, l’economia, la società e la vita quotidiana.

Questo il passo che più penso piacerà a Gattopazzo:

… Ma la sensazione, anche guardando il livello del dibattito politico e culturale «fuori» dalla Rete è che ancora troppo pochi comprendano che le tecnologie non sono contenuto di per sè e nemmeno un fine, quanto uno strumento che bisogna saper usare.

E questo è per Giovanna:

…Ciascuno di noi, briciola dopo briciola, ha contribuito a creare questa piccola scorta di visione sociale, creando tecnologie o semplicemente condividendo le sue idee. Nessuno da solo cambierà nulla, ma i fatti dicono che molte persone insieme riescono a portare avanti una visione. Che, per definizione, non è né buona né cattiva. Ma è collettiva e sicuramente più viva, più disponibile alla crescita, all’innovazione, al confronto.

3 Risposte

  1. Brava! ottima segnalazione.
    Scaricato, interessantissima. E davvero stampo e diffondo in sala proff! Magari mi è utile per smuovere qualcosa nella mia … vabbè evito di definire… ….scuola!
    grazie
    giovanna

  2. @giovanna
    felice che ti sia piaciuto!
    vai, vai, evangelizza!
    😉

  3. eccccerrrto che mi piace 🙂
    bello tutto.
    si, sarebbe interessante avviare una campagna di “evangelizzazione”…
    l’unico problema è che, come dice Roby in un commento di là da me, se gli insegnanti non scoprono l’anima giocosa, non ne caviamo un ragno dal buco 🙂

    quello che è difficile da far comprendere è che non si deve pensare all’informatica come ad una disciplina autonoma (anche, ma solo ad un minimo livello di base prima, ed eventualmente ad un altro livello, dopo, in certi tipi di scuole professionali).
    come dice bene l’articolo le tecnologie non sono contenuto di per sè e, quindi, se c’è un insegnante che si dedica (anche) all’informatica, questo non esenta gli altri dall’utilizzare lo strumento per le altre materie…

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