Ebook per la scuola

Libri scolastici su internet, manuali online, testi digitali per la scuola, ebook navigabili ecc ecc… Sei un prof e vuoi saperne di più?

Ecco la sbobinatura del seminario di Noa Carpignano tenuto all’Università di Padova in occasione del convegno già segnalato.

Tutto il contenuto del seminario, più qualche commento, è diviso (e abbondantemente e significativamente illustrato) in 6 post per rispondere a cinque domande fondamentali sugli ebook che dal 2011 dovranno (secondo la circolare) essere adottati:

0- Premesse
1- Cosa si pensa che siano i testi digitali per la scuola?
2- Cosa invece dovrebbero essere?
3- Come la mettiamo con l’accessibilità?
4- Perché la pirateria non deve far paura?
5- Perché le scuole non devono subire il cambiamento e come possono essere parte attiva

Mamma, c’è una cacca sul divano buono.

Tante sono le battaglie combattute da chi ci ha preceduto, alcune cruente e con tanto di sangue versato, altre no, ma sono state fatte delle conquiste, sul piano sociale, sul piano economico pure.
E ora, che conquiste non sono più, ora che certe cose le diamo scontate, le stiamo svendendo in cambio di una pera anestetica, in cambio del comodo diritto individuale al non pensiero, alla non educazione anche. In cambio del diritto di scegliere di guardare il grande fratello invece che quello che succede fuori dalle mura di casa. Fino a quando la puzza non entra dalla finestra, o lo sterco non si materializza direttamente in soggiorno.
Tra queste conquiste c’è quella del diritto alla frequentazione della scuola pubblica delle persone con disabilità.
Se non ti interessa, perché ritieni di avere (ancora) il soggiorno lindo, vai pure a cazzeggiare su FB, altrimenti leggi e diffondi questo comunicato.

Comunicato Seminario Indietro Tutta

fonti: speculummaius e genitoritosti

Chi sono i grandi editori?

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Grandi case editrici e piccoli editori, piccole case editrici e grandi editori.
Riflessione che nasce da un evento che non credo abbia precedenti nella storia dell’editoria italiana: l’editore Guaraldi regala tutti i suoi classici in versione cartacea ai licei che li distribuiranno gratuitamente agli allievi.
Fonti:

Gli ebook, il Ddt, e un vero grande editore
Un gesto d’amore verso il libro

Piccola rassegna stampa

Sono finite le vacanze, vi siete persi qualcosa?

Qui una serie di articoli, post e ghiottonerie assortite:
La scuola nelle caverne, di Renzo Renzetti
Da Goisis a Cota: regionalizzazione o razzismo? di Giuseppe Aragno
La scuola, il futuro e altre ambiguità: lettera aperta alla sinistra che vorrei, di Mario Rotta
Il più grande licenziamento di massa della storia della nostra Repubblica, di Pupi di Zuccaro
Gian Arturo Ferrari contro l'”ideologia di internet”, di Luca de Biase
Diventare insegnanti: ecco le nuove regole, di Redazione Bloglavoro
Diaspora dei docenti e svalorizzazione della scuola. Inabissare la legge Aprea di Gemma Gentile

Un barcamp per i libri di scuola

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Tecnologie da apprendere o tecnologie per apprendere?
Questo è il tema che mi piacerebbe fosse sviluppato al barcamp, programmato per il prossimo mese di maggio, sull’editoria scolastica.
Un tema che potrebbe trovare il suo spazio nel programma del gruppo D: “potenzialità del testo didattico digitale: superamento della questione peso/costo, e focus sulla collaborazione tra scuole ed editoria per la creazione di contenuti didattici che vadano oltre il consueto concetto di testo”.
Questa, in fondo, è la questione che più può interessare gli insegnanti – non che gli altri argomenti proposti siano da ignorare – perché il coinvolgimento delle scuole nella filiera produttiva dei libri di testo sarebbe una vera rivoluzione.
Altro che il pensiero sbrigativo della politica, che da una parte taglia senza criterio, ‘ndo cojo cojo e chi cojo cojo, e dall’altra propina contentini tecnologici, più come ottimi rimedi contro la noia che come ambienti formativi, spesso subiti come ineluttabili seccature con, in più, il sospetto di larvati interessi di bottega.

Insomma, un evento interessante, come i link proposti nella pagina dello SchoolBookcamp insieme al programma, indicazioni, notizie, e tabella iscrizioni.

Sponsor Adobe, Unplugged, Advidea,Language Point, Terenzuola.
Mi piace l’idea dello sciacchetrà.

Tempo di adozioni, che fanno gli editori?

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Divertente botta e risposta sul tema dell’editoria scolastica digitale.
In questo periodo volteggiano in sala insegnanti i rappresentanti delle case editrici.
Pagati per dirvi scemenze: se vi state chiedendo cosa pensano e cosa stanno combinando gli editori qui trovate un altro punto di vista.
E se vi intortano con la questione del blocco delle adozioni e vi dicono che quello che scegliete ora ve lo dovete ciucciare per i 5/6 anni a venire… prendetevi il tempo di leggere bene la circolare.
E se pensate all’alternativa vi rimando a questo (vecchio, ma sempre attuale) post, con una raccomandazione: fate ricerche in rete e valutate la qualità di ogni prodotto, la fretta è cattiva consigliera.

Tutti a casa mia.

Mariastella sta facendo un ottimo lavoro, picconando la pubblica concorrenza (per non parlare dell’Aprea), e quindi è ora di pubblicizzare un pochino l’Università per rampolli che il cavalier* sta progettando di aprire in autunno: 35 milioni di euro per acquistare una villa settecentesca, cento stanze per i rampolli, aula magna, 35 aule informatizzate e un parco enorme. 

Come? Come far parlare di quel piccolo ameno paesino della Brianza? Come far percepire il prestigio della villa? Scegliendola come location per il G8.

 

*no, non ho dimenticato una “e”: cavalier inteso come haughty, disdainful, arrogant…e.

Didattica online: La Storia e i cattivi esempi.

Ovvero come non si devono realizzare siti didattici.

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Parliamo di un corso di storia realizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino con il sostegno della Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo.

Il corso è stato anche pubblicato da la Repubblica.it e così recensito:

220 pagine di testo, oltre 500 immagini, un’incalcolabile serie di contributi sonori e 4mila link che aiutano a entrare nella storia del secolo senza muoversi da casa. Il tutto ispirato ad una sorta di manifesto programmatico: “L’obiettivo – spiega Lorenzo Caselli, presidente della Fondazione – è quello di sostenere le scuole italiane nel difficile cammino dell’autonomia e rappresenta un contributo per aiutare gli studenti a leggere criticamente ciò che del passato è incorporato nei fenomeni che ci circodano e, allo stesso tempo, a rendere più esplicito il legame tra storia e identità collettiva”

Ma non è tutto oro quello che luccica.
Il sito sembra vecchiotto (pare una di quelle robe in flash che andavano di moda sette o otto anni fa) ma è stato realizzato tra il 2006 e il 2007. Peccato perché un sito didattico dovrebbe essere “sempreverde” e, quindi anche potenzialmente aggiornabile (e questo non lo è).

La storia del Novecento è divisa in due sezioni:
I “totalitarismi” 1914-1945 e La “mondializzazione” 1945-1989.
Pur essendo diviso in moduli, sottomoduli e nodi tematici, il livello di approfondimento non è certo alto e lo sviluppo non è esauriente.
Il teoria potrebbe essere un buon punto di partenza per una dimostrazione in classe sulla ricerca delle fonti in rete, ma anche da questo punto di vista è un’occasione persa: le risorse esterne alle quali i link rimandano non sono scelte con cura, le fonti non sempre sono chiare.
La scelta di utilizzare flash per realizzare questo sito non ha giustificazione, e il suo utilizzo primitivo ne ha limitato molto la struttura, la navigazione è delirante e dispendiosa, i contenuti degni di un bignami.
Ma, essendo in flash, neppure uno studente lavativo può usufruirne: il copiaincolla per la ricerchina dell’ultimo momento non è possibile.
Insomma, risorse (tempo, soldi) sprecate.

Un ɐıɔsǝʌoɹ ɐllɐ opuoɯ

distruzione

 

Bellissimo, bellissimo, bellissimo.

Curato nei minimi particolari il VERO sito della pubblica (d)istruzione.

Facciamo un sessantotto.

Anche a me, come alla stella nazionale, piacerebbe portare indietro l’orologio della scuola. Non di tanto… giusto 40 anni, ma mi potrei accontentare di 32 – fate un po’ il conto.
Non avevamo internet, ma le informazioni arrivavano perché c’erano orecchie per sentire. Non c’erano blog, ma i ciclostili bastavano perché c’erano occhi per vedere.
E avevamo qualcosa che ora non abbiamo più, e non manca solo tra le nuove generazioni, ma è andata perduta anche quella che c’era fra noi, noi (quasi) vecchi. Parlo della coesione.
Mica che si fosse tutti d’accordo, no no.
C’erano i rossi, i neri e i bianchi, e si litigava anche all’interno della stessa fazione.
La coesione, dicevo. Quella che ci permetteva di litigare, appunto, senza perdere di vista gli obiettivi, quella che c’era non solo tra noi studenti, ma anche tra, e con, gli insegnanti e la classe operaia (cioè i genitori).
L’abbiamo persa noi, quelli della nostra generazione intendo, e quindi non abbiamo potuto trasmetterla ai nostri figli, ai nostri allievi. Complice l’allure da sfigati che lo yuppismo ha incollato agli ex sessantottini.
E ora?
Non basta più un nemico comune, specialmente se non lo si riconosce. Ed è facile non riconoscerlo perché non solo, come prevedibile, cambia faccia ad ogni passaggio, ma anche perché, per la prima volta forse, ha perso i contorni e pure i confini. Il nemico si muove sul terreno sempre più ampio della globalizzazione e noi su quello sempre più stretto, e misero, dell’individualismo.

Comunque, visto che questo è un blog di risorse per la scuola vi propongo una bella serie di link.
Così, nonostante quello che ho scritto, non potrò essere accusata di disfattismo: son vent’anni almeno che non è più considerabile capo d’accusa, ma io spero sempre che qualcuno si ricordi di cosa vuol dire, e che magari lo spieghi a figli e allievi.
Già che ci sono oso sperare anche qualcosa di più, spero che andiate a leggere gli articoli che segnalo: stampate, ciclostilate, ditribuitene tutti.
Diamoci da fare perché altrimenti, a proposito di merito, avremo davvero quello che ci meritiamo.

Sulla scuola
La scuola non è monnezza
Moralmente turpi

Sulla Gelmini
Così la Gelmini diventò avvocato…
La Gelmini avvocato in Calabria
Il Mistero Gelmini
La tavola rotonda rosa

Dalla Gelmini
Gelmini: la politica sulla scuola ha rubato il futuro della mia generazione
I precari non sono un problema mio

Alla Gelmini
Il Sessantotto e le ragioni del ministro Gelmini
Caro Ministro Gelmini
L’Ocse sbugiarda la Gelmini: ottima la scuola elementare
Il 97% per le spese del personale? Non è vero

Sulla riforma in generale
Michele Serra su la Repubblica
Sul [vero] perché di tante cose
L’idea di Riforma Gelmini è l’infeudalizzazione della scuola
La Gelmini, Tremonti e il pretesto del ’68
I diversivi della Gelmini e i tagli di Tremonti
2008 – 1902. Ovvero “Dimmi quando, quando, quando”

Sui grembiuli (problema di poco conto, vero)
Giusto una vignetta

Sul maestro unico
Bersaglio la scuola primaria. E non solo.
Il maestro unico! Ma che bella figurina!
Il ritorno del maestro unico

Sui libri di testo
Discussioni varie su quello che esiste e su come utilizzarlo: 1, 2, 3, 4

Sul ritorno ai voti
La dittatura dei numeri

Sull’educazione civica
Cosa ne pensa la prof
Cosa ne pensa l’autore di un testo

Cosa dicono gli studenti
Dal forum di studenti.it

Cosa dicono i sindacati (sob!)
Cosa aspetta il sindacato?
Uil-Scuola di Milano: netto no al maestro unico!

Unifichiamo le lotte
Sciopero 3 ottobre
Video Tg3 Nazionale, manifestazione del 9 settembre:
Napoli, Palermo, Palermo.

Appelli
Una campagna nazionale contro il ritorno al maestro unico
Appelli: Scuola Pubblica, un bene comune in grave pericolo

Calendario scioperi, manifestazioni, convegni, cortei…

I numeri della Gelmini

Maestro unico, precari e stipendi, blocco delle adozioni e libri digitali.
Del [vero] perché di tante cose.

Ogni giorno una novità salvifica

Di Michele Serra (e non avevo dubbi) il miglior articolo sulla scuola di questi giorni.
Riporto un paio di citazioni, il testo completo è QUI.

La passione e la vocazione, da sole, non bastavano nemmeno a tenere insieme la scuoletta del Regno, dove pure il maestro e il professore godevano della venerazione di un popolo ancora semianalfabeta: figuriamoci oggi, che l’ intero apparato pubblicitario-televisivo (se il ministro non ne ha mai sentito parlare, chieda al suo premier) ha inculcato in grandi e piccini l’ idea che i quattrini sono tutto, e tutto il resto è appena una variabile di scarso interesse. Gli analfabeti si prostravano ai maestri, gli attuali analfabeti di ritorno li disprezzano. La seconda intenzione sarebbe ridare alla scuola pubblica la sua vecchia, indiscussa centralità ideologica (sì, ideologica) che è tutt’ uno con la sua identità, sostanzialmente immutata dal Regno al fascismo alla Repubblica: quella di cardine formativo di un popolo, di uno Stato, di una comunità di cittadini.

[…]

Gli insegnanti si sentono soprattutto sgridati, accusati di essere impreparati, sciatti, assenteisti e magari meridionali. E il loro essere malpagati, secondo lo spirito dei tempi appare più come una colpa che come un torto subito. Avrebbero bisogno dell’ esatto contrario: di un ministro che batta i pugni sul tavolo e pretenda risorse, quattrini e rispetto in pari misura. Un ministro che sia il primo dei docenti e non la loro controparte. Come può pretendere rispetto e stima dagli studenti una scuola che non ha più il rispetto e la stima dei politici che la reggono?

Il mondo impazzisce per gli e-book

Il mondo cambia, gli editori ringhiano e la sinistra scavalca a destra.
Che i grandi editori, vedendosi minacciati dalle nuove tecnologie e dalle nuove emergenti realtà, si mettano a sproloquiare ringhiando cose alle quali non crede nessuno… bè, passi.
Che i giornali, legati a filo stretto, pubblichino i loro sproloqui… bè, passi.
Ma che la Garavaglia, sinistro* ministro ombra della Stella, se ne esca con un commento che più di destra non si può… bè, no pasarán.

Riferimenti:

Gli editori che sproloquiano sul sole24ore
La legnata di Gattopazzo.
I commenti su Simplicissimus.

La Garavaglia impazzita.
La denuncia di Simplicissimus
Lo scoramento di Gattopazzo

*La Garavaglia proviene da Democrazia Cristiana.

Meritocrazia: il farmakon della Gelmini

Segnalo questo comunicato pubblicato da ForumInsegnanti.
È bene tenere un occhio desto anche in estate 😉

Argomento: Informazioni utili ai docenti
di Forum Insegnanti
3 luglio 2008

L’attacco concentrico mosso alla scuola pubblica da almeno tre ministri del governo: Tremonti, Brunetta, Gelmini (non è casuale l’ordine di citazione, ma vuol essere emblematico dell’asservimento dell ‘istruzione e delll’educazione alle logiche del mercato e dell’organizzazione del lavoro in senso aziendalista) anticipato da una martellante propaganda diffamatoria […]

[…] il taglio di centinaia di migliaia di posti nella scuola da qui al 2011, attribuisce un forte potere sanzionatorio al ministro dell’istruzione nei confronti dei dirigenti ministeriali e scolastici che non fossero ligi nel fare i tagli di spesa, i quali potrebbero essere in prima istanza richiamati, vedersi sospesa… […]

L’articolo completo è pubblicato qui.

Osservatorio permanente… in sonno.

Io non so da chi sia finanziato (immagino dai soci dell’AIE, spero non con denaro pubblico), ma l’Osservatorio Permanente Contenuti Digitali è presentato sul sito dell’AIE così:

Il sito dell’Osservatorio permanente sui contenuti digitali fondato da AIE, AIDRO, FIMI, CINECITTA’ HOLDING e UNIVIDEO: una fotografia completa del mercato sul nuovo modo di fruire cultura e intrattenimento

Nell’home page (cliccare sull’immagine per ingrandire) c’è l’ultimo comunicato stampa che riporto:

Il 52% degli italiani non usa internet

Il 52% degli italiani non usa internet e solo il 31% è all’avanguardia tecnologica.
Oltre al digital divide cresce anche nel paese il cultural divide, aumenta il numero di chi, quasi 9 milioni di italiani, utilizza le tecnologie come sistema di comunicazione e di svago, mentre è ancora in minoranza chi usa con consapevolezza gli strumenti più creativi ed evoluti del Web 2.0
E questa sembra essere la direzione anche per il futuro.
È quanto emerge dall’indagine commissionata dall’Osservatorio permanente contenuti digitali ad ACNielsen e presentata oggi a Roma.

Peccato che sia datato 5 giugno 2007.

Sull’home page si legge anche:

Come si accede allora ai diversi contenuti?
Come cambiano nel tempo le abitudini di utilizzo?
Cosa va di moda oggi?
E cosa andrà di moda domani?
Al centro dell’attività di monitoraggio dell’Osservatorio ci sono le dinamiche sempre più complesse e rapide dei comportamenti di accesso (e utilizzo) dei contenuti editoriali nelle loro relazioni con le tecnologie digitali.

Meno male che qualcuno ci pensa.
Una volta all’anno, forse.

Nuovo DDL Aprea.


La vedo nera, nera assai.
E quella degli insegnanti – non offendetevi, se state leggendo probabilmente siete tra i pochi svegli – è una categoria di morti di sonno.
È, il mio, sicuramente un commento “a caldo”, ma tra quelli di ruolo che se ne lavano le mani, e i precari che inizieranno a litigare fra loro per la questione della mobilità…
Consiglio di seguire la vicenda su foruminsegnanti.

Voglio una Pantera con l’eskimo (e una vecchia strega).

Abbiamo un nuovo ministro, avremo una nuova riforma.
E io rilancio il post di gattopazzo “Voglio una Pantera con l’eskimo” raccomandandovi di leggerlo.

E a proposito di nuovi ministri e vecchi ministeri, a proposito dei rischi che stanno correndo la nostra
scuola e la nostra salute – credetemi, strettamente legate – vi rimando a un mio vecchio post.
Giusto per dire, l’avevo detto.

Non son lungi, ma son qui.

[…]
Il riscatto del lavoro
I confini scellerati
cancelliam dagli emisferi;
i nemici, gli stranieri
non son lungi ma son qui.
[…]

Turati, 1886.
(immagine: Renato Guttuso, Portella della Ginestra, 1953)

Kindle? No, grazie.

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Amazon commercializza un lettore di testi digitali che presenta alcune novità rispetto ai prodotti già esistenti sul mercato, ma non sono, a mio parere, innovazioni che possano smuovere l’interesse verso questo tipo di tecnologia.
Questo oggetto, infatti, si propone di diventare l’iPod dei libri e tramite questo dispositivo si possono acquistare 90.000 titoli in formato elettronico a 9,99 dollari. In inglese, ovviamente, quindi noi non saremo certo un mercato interessante. Ma quello che non lo rende appetibile è il modo maldestro di affrontare l’annosa questione dei formati: è infatti vincolato ad un formato (DRM, proprietario) penalizzante: i pdf, per esempio, non li legge.
Chi è interessato alla questione dei formati può leggersi il post sulla Mondadori e i “libri pacco” dove avevo già sollevato il problema, agli altri basti la domanda: perché devo spendere 400 dollari (399) per poi poter leggere solo i testi acquistati da Amazon*?
Dovremo ancora aspettare un po’ prima di poter posare gli occhi su un lettore sicuri che non ce ne costi uno.
E poi questo ha un design trogloditico e, si sa (apple insegna), anche l’occhio vuole la sua parte – specialmente se dobbiamo spenderlo.

*+ giro su wikipedia offerto dalla casa, mentre per leggere i blog si paga °_°